Le nuove chiusure imposte ai punti di consumo di alimenti e bevande determinano immediate gravi ripercussioni agli operatori della Filiera. Ordini fermi, prodotti fermi su bancali, cali di produzione e attività.
Ogni giorno il danno aumenta. Bene il Governo sulle primissime misure nel DL Ristori, ma servono correttivi immediati. Subito, non riflessioni ma azioni immediate. La filiera del Beverage chiede di non focalizzare le misure solo sul punto vendita finale, aggiungere i codici ATECO dei soggetti che riforniscono le attività dell’HORECA, di fatto chiuse, e ripensare accise e nuove tasse in arrivo nel 2021 che aumenteranno l’effetto recessivo.
ITALGROB per voce del suo presidente Vincenzo Caso denuncia: “La categoria dei distributori Horeca che questa Federazione rappresenta è oramai ai minimi termini. Nel lockdown di marzo-giugno ha registrato perdite di fatturato per oltre l’80%. Ora, con questa seconda ondata, la situazione rischia di precipitare definitivamente. Sono a rischio oltre 800 aziende e migliaia di posti di lavoro. L’improprio obbligo di chiusura alle 18,00 dei locali e lo smart working drenano consumi che si tramutano in mancati incassi per i locali che a loro volta si ripercuotono direttamente sulle aziende di distribuzione. I nostri mezzi sono fermi e i depositi pieni di merci che non potremo vendere. Il paradosso è che nel decreto Ristori tutto questo non viene considerato. E’ come se la categoria non esistesse in quanto sono stati indebitamente ignorati i codici ATECO dei distributori (46.30). Chiediamo un pronto reintegro dei nostri codici ATECO, anche in relazione di quanto previsto nel comma 2 dell’art 1 del Decreto Ristori. Chiediamo inoltre, così come consesso ai locali della ristorazione, la totale abolizione del secondo semestre IMU.