ASSOBIBE agli Stati Generali della filiera Ho.Re.Ca. Il canale vale il 40% del settore: fare fronte comune per neutralizzare l’impatto della Sugar tax sull’intera Filiera

30 Ott 2024 | Comunicati stampa

  • ASSOBIBE riconosce l’importanza degli interventi di Tajani e Nevi che mostrano attenzione a cittadini e imprese
  • L’Associazione sollecita da parte del Governo misure a sostegno dei consumi e del canale Ho.Re.Ca.
  • Forte appello di ASSOBIBE agli operatori del settore, per promuovere una sempre maggiore coesione e affrontare insieme le criticità

Milano, 30 ottobre 2024A margine della 2° edizione degli Stati Generali della filiera HoReCa, che si è appena conclusa presso la Presidenza del Consiglio a Roma, Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha sottolineato l’importanza del canale Ho.Re.Ca. per il comparto, facendo un appello al Governo affinché promuova misure a sostegno di questo segmento. Ha ribadito inoltre l’impatto negativo che avrebbe l’entrata in vigore della cosiddetta “Sugar tax” su tutti gli attori della Filiera, dal produttore fino ai grossisti e distributori, agli esercizi HoReCa e consumatori finali.

Il canale Ho.Re.Ca. vale infatti il 40% del fatturato per ASSOBIBE e negli ultimi tempi ha registrato una rilevante crescita rispetto al canale Moderno, affermandosi conseguentemente come strategico per tutto il settore. Un valore che va riconosciuto e salvaguardato attraverso un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni: Il mercato dei soft drink in Italiaha commentato Pierinivale 5 mld di euro con un’importante presenza nel canale Ho.Re.Ca. Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del comparto genera un valore di 5,4 euro lungo la Filiera, 1 lavoratore nelle aziende di produzione genera 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle). Numeri che ci spingono a ribadire la necessità di un confronto aperto con i rappresentanti politici per esprimere le nostre preoccupazioni sull’impatto disastroso che avrebbe la Sugar tax”.

Su questo fronte, tutto il comparto – prosegue Pierini – “ha appreso con grande favore le ultime dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e del Vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera Raffaele Nevi, che hanno affermato il forte impegno nella direzione dell’equità e nella riduzione delle tasse, come la Sugar tax, consapevoli del danno che provocherebbe per cittadini e imprese. Auspichiamo che su questo ci sia la condivisione dell’intero Governo e di tutti i partiti di maggioranza per arrivare alla cancellazione o a un ulteriore rinvio dell’imposta, in modo da permettere alle aziende del settore di prendere una boccata d’aria in un anno già impegnativo per l’aumento dei costi delle materie prime” ha concluso Pierini.

La Sugar tax è un’imposta che va contro ciò che chiedono le imprese poiché non solo impatta negativamente sulla competitività e la crescita ma ha evidenti conseguenze negative anche sul consumatore finale. L’imposta determina infatti un impatto fiscale rilevante sul primo anello della filiera, il produttore, che subirebbe un incremento del 28% di fiscalità su un litro provocando, di fatto, un freno degli investimenti per oltre 46 milioni di euro e un taglio del 10% del fatturato di un settore in difficoltà per la contrazione del potere di acquisto.

Dagli Stati Generali è infatti emerso che il consumatore – già colpito dagli effetti dell’inflazione – dimostra maggiore riflessione e cautela negli acquisti. I forti rincari nel 2025 andrebbero inoltre ad aggiungersi a quelli previsti a partire dal 1° gennaio con l’entrata in vigore delle norme UE sulla plastica monouso, che si traduce in un ulteriore aumento dei costi per il settore.

Infine, l’incontro è stato occasione per ribadire come tutti i settori della filiera sono soggetti alle stesse difficoltà.  Non sono tollerabili maggiore pressione fiscale e burocrazia, che affossano Imprese che creano occupazione e valore. La “Sugar tax”, ad esempio, introdurrebbe ulteriori 70 procedure aziendali, togliendo liquidità (-12% di investimenti in Italia) e mettendo a rischio oltre 5.000 posti di lavoro, di cui solo 4.000 a valle, ovvero nel canale Moderno e nel segmento Ho.Re.Ca. (stime Nomisma).

 

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